Bisognerebbe prendersi cura della salute come si prende cura del divertimento, allora non si sarebbe mai malati.
(François Gervais)
Il dolore fisico non è la sola causa di malessere. Possiamo sentire un forte dolore per una frattura o un mal di testa… Per risolvere il problema ci rivolgiamo al medico di base o ad uno specialista.
Dal punto di vista cerebrale nel momento in cui vi è un dolore fisico si attivano delle aree specifiche deputate alla percezione della sensazione dolorifica.
Diversi studi hanno dimostrato come a livello cerebrale si attivano le stesse strutture sia quando sperimentiamo un dolore fisico sia quando sperimentiamo un dolore emotivo. Ad esempio i ricercatori hanno notato una simile attivazione sia quando una persona si scotta una mano prendendo una tazza di caffè bollente, sia quando una persona pensa alla chiusura di un rapporto amoroso.
In seguito a questi studi mi sono soffermata sull’importanza di far comprendere come il dolore e la sofferenza emotiva hanno lo stesso valore, le stesse attivazioni cerebrali del dolore fisico.. e allora perché ne diamo meno importanza? Perché ci diciamo, “ma si dai passerà, devi solo resistere, basta solo un po’ di volontà”.
No non è così, a volte non è la volontà che manca ma è la malattia che non ci permette di muoverci, perché si la sofferenza emotiva può essere una malattia, si chiama malattia mentale. E se noi ci curiamo della salute fisica dobbiamo curarci allo stesso modo e con la stessa importanza della salute mentale.
Un esempio: che cos’è l’ansia?
L’ansia è un’emozione specifica dell’essere umano. Quello che fa generare l’ansia è la minaccia di qualcosa di ignoto e imprevedibile e quindi non controllabile. E’ tipicamente umana in quanto solo l’uomo è in grado di proiettarsi nel futuro. Quello che spaventa è la previsione di finire in uno stato poco conosciuto. Coinvolge fattori cognitivi, emotivi, comportamentali e fisiologici.
Mentre la paura può essere intesa come la valutazione automatica di una minaccia o di un pericolo percepito, presente e anche tangibile (ad esempio quando siamo di fronte ad un orso!), l’ansia si manifesta diversamente da persona a persona, ma in genere le sue caratteristiche sono:
- pensieri ansiosi (farò una figuraccia, non sarò all’altezza, mi sentirò male…)
- emozioni ansiose (paura, timore, ansia)
- sensazioni corporee alterate (tensione muscolare, respirazione veloce, battito cardiaco accelerato, sudorazione profusa, sensazioni di svenimento, vertigini…)
- comportamenti alterati (agitazione, aumento/diminuzione appetito, evitamento di certe situazioni…).
E allora perché non prendersene cura?
Negare la presenza di un malessere e di una sofferenza psichica non ci aiuta ad alleviarla. Il dolore emotivo è una sofferenza che ha la capacità di farsi vivo e presente: a volte con sintomi di ansia, altre volte con mal di testa, forte stanchezza, apatia, incapacità di prendere delle decisioni ecc…
Non ti curi quando eviti il dolore, quando lo reprimi e neghi la sua esistenza. Non ti curi quando ti isoli, quando deleghi la responsabilità del tuo dolore ad altre persone, quando sposti il tuo dolore ad altre situazioni della tua vita, quando ti dici che va tutto bene, ma sai che non è così perché sei assillato/a da pensieri rimuginativi rispetto alla tua sofferenza.
E allora, se questa è la situazione, non isolarti, parlane con un’amico/a per avere un caldo conforto, un abbraccio, parlane con il tuo/a compagno/a.
Se la tua sofferenza continua rivolgiti ad uno psicologo o ad uno psichiatra.
La cura per la salute mentale c’è, è solo che non vogliamo prendercene la responsabilità, perché abbiamo paura di essere giudicati, screditati, considerati “pazzi”. E mi chiedo: se hai un ginocchio rotto, i tuoi amici e conoscenti non ti dicono cerca di curarti?
E allora perché non lo facciamo per le malattie mentali?
Vorrei che si iniziasse a parlare di patologia mentale con lo stesso valore e significato di una patologia fisica, perché la sofferenza esistenziale si muove dentro di te lentamente e se non te ne prendi cura prima o poi ti sovrasta non facendoti vivere serenamente.